venerdì 18 gennaio 2013

Marmellata di mandarini cinesi o kumquat



Amo passeggiare in campagna d'inverno, quando tutto è quieto, sonnolento, e la gran calura estiva soltanto un ricordo. Sui rami dei mandorli spogli, le tenere gemme rigonfie mi lasciano già indovinare il verde e i  fiori a venire.
In un angolo riparato del giardino,  fa bella mostra di sè un grazioso albero di Fortunella
Conosciuto anche come kumquat o mandarino cinese è un agrume originario della Cina dov'era conosciuto fin dal XII secolo. E' stato introdotto in Europa nel 1846 da Robert Fortune, un collezionista della London Horticultural Society.
E' una pianta facile da coltivare e, avendo a disposizione un terrazzo o un balcone, si può tenere anche in vaso.  Da novembre, fino alla fine di febbraio, fruttifica abbondantemente assicurando un gradevole effetto decorativo. 
Da noi i frutti vanno regolarmente  persi, così quest'anno ho deciso di provare a farne marmellata e devo dire che il risultato è stato ottimo.


Ingredienti:
1 kg di frutti
800 g di zucchero
60 ml di succo di limone


Lavate i frutti, tagliateli a metà e poi a fettine e lasciateli a bagno in una ciotola per tutta la notte. La mattina dopo, cambiate l'acqua e tenete i frutti a bagno per un'altra mezza giornata.
L'operazione più laboriosa è quella di estrarre ed eliminare i piccoli semi perchè sono davvero tanti, ma se vi armerete di pazienza il risultato vi ripagherà.
Mettete i mandarini in una capace pentola d'acciaio.
Aggiungete lo zucchero e il succo di limone. Lasciate cuocere a fuoco allegro.
Quando lo zucchero si sarà sciolto e la marmellata comincerà a bollire, dimunite la fiamma. La marmellata è pronta quando  mettendone un po' sopra un piattino sulla superficie si costituisce una pellicola e passandovi un dito forma una grinza. Mettetela in vasetti caldi e puliti e sigillatela. Se si rovesciano i vasetti per due minuti, i tappi si sterilizzeranno.
Il sapore è più delicato di quello della marmellata d'arance e a me è piaciuto molto.
Entrerà a far parte di diritto nella mia collezione di ricette invernali.
Una curiosità: soltanto quella realizzata con gli agrumi può chiamarsi marmellata, tutte le altre sono confetture.
CDC kumquat.jpg

E se volete provare a utilizzarla per preparare una crostata ecco la ricetta della pasta frolla:

300 g di farina
150 g di zucchero
150 g di burro
1 uovo intero e 1 tuorlo
la buccia grattugiata di un limone
1/2 bustina di lievito in polvere

Disponete la farina a fontana. Al centro sgusciate le uova. Tutt'intorno il burro tagliato a pezzetti e lo zucchero. Con una forchetta sbattete le uova  con il lievito.
Lavorate rapidamente la farina con il burro e lo zucchero. Amalgamate tutto fino a formare un panetto che farete riposare in frigorifero per mezz'ora. Stendete un po' più della metà dell'impasto in una teglia di diametro 25 cm dopo averla foderata di carta forno. Farcitela con la marmellata. Col resto della pasta frolla, aiutandovi col matterello e la ruota dentata, stendete e tagliate delle strisce con cui realizzerete una grata per coprire la marmellata.
Se volete, invece delle solite strisce, potete creare foglie, campane o altri soggetti assortiti con cui ricoprire la base.
Infornate per circa mezz'ora.
Di solito la crostata è pronta quando in cucina si spande un delizioso profumino di biscotti.
Perchè questo dolce riesca bene è necessario utilizzare marmellata fatta in casa oppure, se non ne avete, comprate un vasetto di quella industriale che porti la dicitura "per crostate". 
Sono certa che sarà un'enorme soddisfazione realizzare ricette genuine per voi e i vostri cari.
  

  

mercoledì 9 gennaio 2013

Recensione: L'oscuro mosaico


L' oscuro mosaico
Titolo: L'oscuro mosaico
Autore: Ornella Albanese
Editore: Leggereditore
Genere: storico
Pagine: 442
Formato: rilegato
Prezzo: € 10,00
Disponibile in E-book: sì
Valutazione: bello!!!

Se avete letto L'anello di ferro, non potrete fare a meno di leggere il secondo capitolo di questa saga medievale davvero appassionante.
L'oscuro mosaico prende le mosse dalla fine della storia precedente ma può essere letto anche come una vicenda a sè.

Trama
Il giovane Livio, discendente illegittimo dei conti di Tarsia, s'innamora di una nobile fanciulla, la bellissima Mirta di Torrechiara. Disposto a tutto pur di conoscerla, riesce nell'intento ma viene sorpreso e punito crudelmente per aver osato intrattenersi con lei.
Il tempo passa. Livio diventa un guerriero invincibile al servizio del re Guglielmo d'Altavilla. La ragazza invece trascorre in convento gli anni che la separano dal matrimonio impostole dalla famiglia.
Quando le loro strade s'incrociano di nuovo, lui viene coinvolto in una serie di efferati delitti  la cui soluzione è nascosta nel gigantesco mosaico in costruzione nella cattedrale di Otranto, e rischiano di perdersi ancora. Eppure, proprio nel momento in cui tutto sembra perduto, qualcuno tornerà dal passato per offrire il suo aiuto: è Yusuf Hanifa, il medico guerriero, colui che vede più lontano degli altri, amico e protettore di Livio.

Impressioni
Con "L'oscuro mosaico" Ornella Albanese si conferma come una delle più brillanti scrittrici italiane di romanzi storici. L'accurata ricostruzione dell'epoca, l'introspezione psicologica dei personaggi, la storia ricca di sensualità e mistero rendono avvincente la lettura del suo libro.
Profonda conoscitrice dell'animo umano, l'autrice riesce a delineare personalità di grande spessore e credibilità. Oltre ai due protagonisti, mi sono piaciuti molto anche i personaggi secondari. Fra tutti spicca la figura di Yusuf Hanifa, uomo di grande fascino a cui vorrei venisse dedicato più spazio, magari in un eventuale seguito. Ci spero proprio ...
Ho ammirato anche Emma, la badessa del convento dove Mirta viene rinchiusa. A tal proposito Ornella è giustamente orgogliosa di aver svelato un retroscena poco conosciuto: confrontando date e documenti ha intuito trattarsi della madre di Tancredi, nipote bastardo di Guglielmo e futuro re. Ipotesi poi confermata. 
Durante la lettura sono rimasta piacevolmente sorpresa dalle citazioni che l'autrice ha messo come introduzione alle diverse parti del libro: il viaggio, l'amore, la guerra, il feudo, il matrimonio, l'agguato, l'inganno, il segreto del mosaico. Fungono da filo conduttore della storia e nello stesso tempo sono il trait d'union con il libro precedente perchè provengono dai suoi personaggi.

E se volete un saggio della scrittura elegante ed evocativa di Ornella ecco come descrive Otranto: "Hydruntum era una città fatta di luce. Persino la materia ne era intrisa. Il cielo appariva più blu che altrove, il mare più intenso e splendente, le pietre abbagliavano. Il sole arrivava sulla pelle con bruciante implacabilità. Come se fosse più vicino alla terra che in qualsiasi altra parte del mondo."

Infine, se come me amate la commistione dei generi, non potete rinunciare a "L'oscuro mosaico" perchè coniuga magistralmente avventura, storia, romanticismo e un pizzico di giallo.  
  


lunedì 7 gennaio 2013

Premio Salento in love 2013

Cover di Dora Foti Sciavaliere
Il giardino dei melograni è il mio racconto finalista al concorso "Salento in love" che verrà pubblicato in un'antologia digitale insieme alle altre storie più belle.
Se volete saperne di più visitate il sito www.agorart.net
Trama
Terra d'Otranto, 1480
Uomo d'armi e brillante diplomatico al servizio del re, Francesco De' Monti sorprende una fanciulla mentre tenta di rubargli il cavallo. Rimane stregato dal suo fascino misterioso e si  offre di evitarle la prigione se in cambio lo accompagnerà nel suo feudo di Corigliano. Angelica tenta più volte la fuga, ma invano, più prova a sfuggirgli e più gli si ritrova vicina. E anche se non è indifferente al fascino del bel marchese, la ragazza non vuole cedergli: appartiene solo a sè stessa. Proprio quando la tensione fra i due diventa esplosiva, la guerra li separa. Riuscirà Francesco a  ritrovare e conquistare la donna della sua vita? 
Una tormentata storia d'amore ricca di colpi di scena che si snoda fra gli splendori del Rinascimento, le ombre dell'Inquisizione  e sullo sfondo l'invasione turca che mise in ginocchio Otranto e insanguinò la regione.   



venerdì 4 gennaio 2013

Recensione: La lettrice di fiori

Titolo: La lettrice di fiori
Autore: Elizabeth Loupas
Genere: storico - romantico
Pagine: 448
Formato: rilegato
Editore: Newton Compton
Prezzo: € 9,90
Valutazione: Bello!

Se vi piacciono le storie d'amore con un'ambientazione storica, ecco il libro che fa per voi.
Trama
Corte di Scozia, 1560. Marina Leslie di Granmuir, detta Rinette, possiede un dono raro: riesce a predire il futuro grazie alla floromanzia. Vede i fiori nei volti e negli occhi delle persone e intuisce cosa ci sia nel loro animo, le azioni compiute e  cosa faranno nella vita. Toccando un fiore o sentendone il profumo ha  delle visioni...
La regina Maria di Guisa, in punto di morte, le affida un cofanetto che contiene oscuri segreti e alcune profezie di Nostradamus da consegnare soltanto alla figlia, Maria Stuarda.
Purtroppo Rinette rivela il luogo del nascondiglio al suo amato Alexander, il giovane marito, che poco dopo viene ucciso. Distrutta dal dolore, la ragazza non riuscirà a evitare le insidie delle corte, e dovrà lottare duramente per sfuggire a un crudele destino. Infine, in  un nuovo amore, troverà l'uomo della sua vita.
Anche se ricco di descrizioni particolareggiate della vita del tempo, "La lettrice di fiori" non è mai noioso, anzi, e le voci dei fiori che sussurrano i loro avvertimenti nella mente della protagonista insieme al sogno di un vero amore, vi aggiungono un tocco di magia. Il mistero del cofanetto scomparso e la ricerca dell'assassino di Alexander gli conferiscono ritmo e tensione narrativa. In effetti si può leggere anche come un giallo storico.
E' il primo romanzo di Elizabeth Loupas tradotto in Italia. 
Nell'acquisto, sono stata attirata in primo luogo dalla floromanzia, un'arte divinatoria che non conoscevo e che ne fa un romanzo insolito. Poi sono rimasta piacevolmente colpita dallo stile della scrittrice, fluido, scorrevole, incisivo. Non si può non provare simpatia e solidarietà per la giovane protagonista, Rinette, vedova a diciannove anni, costretta a vivere in un mondo ostile e spietato con l'unico sostegno del misterioso Nicolas de Clerac, il raffinato cortigiano che le salva la vita e afferma di volerla aiutare, ma nasconde anche lui dei segreti.
Ogni personaggio ha il suo fiore caratteristico: la regina Maria Stuarda viene paragonata alla peonia, bellissima e fragile. Nicolas alla belladonna, con il suo fiore campanulato rosso purpureo, le belle bacche lucenti e la trappola mortale che nasconde all'interno.  Il fiore di Rinette invece è l'anemone, bianco e dorato al centro.
Intrighi, amori e tradimenti in una splendida rievocazione di un'epoca tempestosa e complessa per una piacevolissima lettura.
E infine, ecco il Calendario della Floromanzia 

Gennaio: Bucaneve, emblema di purezza
Febbraio:Violetta indica gentilezza e fiducia negli altri
Marzo: Narciso, simbolo di sincerità
Aprile: Primula, rappresenta un amore nascente
Maggio: Giglio bianco, allegoria della forza
Giugno: Rosa canina, gioia in arrivo
Luglio: Garofano, simboleggia la protezione
Agosto: Erica bianca, portafortuna per tutto l'anno
Settembre: Aster, il fiore della felicità
Ottobre: Rosmarino, simbolo di ottimismo
Novembre: Crisantemo, incarna la verità
Dicembre: Edera, denota fedeltà.